Pet sitter: professione o passatempo. Qual è il futuro del pet sitting?

Pet Sitter con cane
Quella del pet sitter è una professione o un passatempo? Qual è il futuro del pet sitting

INDICE

INTRODUZIONE

Sono le ore 10.45 sono a casa di una cliente.

Il mio compito è quello di prendermi cura dei suoi cani mentre lei è in vacanza.

I cani sono anziani e non amano stare soli.

Si chiamano Ettore e Mia.

Proprio ora mentre scrivo sono qui accanto a me. Dormono.

I cani sono tranquilli e anche la “mamma umana” è in vacanza tranquilla.

Essere Pet Sitter è anche questo.

Mentre sono qui ad occuparmi di loro posso anche fare altro… scrivere, leggere e lavorare al prossimo progetto di Oscar Pet Agency.

Il tutto in comune accordo con la cliente perché trasparenza, onestà e lealtà sono alla base di un rapporto di fiducia.

Essere Pet Sitter non è solo portare a spasso il cane e pulire la lettiera del gatto.

Essere Pet Sitter è molto di più.

Ti è famigliare questo scenario?

Immagino di sì. Questo è solo uno degli scenari possibili che potresti trovarti ad affrontare durante la tua attività di pet sitting.

Ma andiamo oltre.

PET SITTER: CHI È, COSA FA?

Il Pet Sitter è colui che sostituisce completamente il proprietario, quando lui è impossibilitato a farlo perché lavora, è ammalato o semplicemente è in vacanza.

Ti ho già raccontato della differenza fra un Pet Sitter Professionista e un dilettante, se vuoi approfondire ti rimando a “Pet Sitting: le cose che nessuno ti dirà mai

Oggi voglio soffermarmi su un altro aspetto del pet sitting: il futuro di questa figura professionale.

Benché essa sia ancora agli albori, qui in Italia, altrove gode di una notevole vivacità.

DOVE NASCE IL PET SITTING?

Il pet sitting nasce negli Stati Uniti intorno agli anni ’80 grazie al contributo Patti J.Moran.

Patti J. Moran delusa dal proprio lavoro decide di dedicarsi a una nuova attività, prendersi cura degli animali di altre persone come fossero suoi.

La sua idea funziona e nel 1987 scrive “Pet Sitting for Profit”, oggi considerata la Bibbia di riferimento del Pet Sitting Professionale.

Non si ferma e nel 1994 fonda “Pet Sitters International” punto di riferimento per ogni professionista.

E in Italia? Ti starai chiedendo.

In Italia, nel 2008 è nata l’associazione Obiettivo Pet Sitter Italia che ha come principale obiettivo quello del riconoscimento del Pet Sitter quale figura professionale.

È qui che noi ci siamo formate.

Ma ora facciamo un passo indietro.

PERCHÈ È COSÌ IMPORTANTE IL PET SITTING PROFESSIONALE?

Rifacendoci all’ultimo Rapporto Assalco – Zoomark si stima che i pet presenti in Italia siano circa 60.2 milioni, di cui: circa 30 milioni di pesci, 12.8 milioni di uccelli, 7.3 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1.8 milione di piccoli mammiferi e 1.3 milioni di rettili.

Ovviamente si tratta di stime, in quanto in Italia, non esiste ancora un’anagrafe nazionale degli animali d’affezione e i pet non sono censiti, perché al momento attuale non rientrano nel censimento ISTAT.

Circa il 39% delle famiglie italiane, e quindi più o meno 20 milioni di persone, hanno un cane e/o un gatto.

E circa il 5.7% degli Italiani ha intenzione di prendere un pet in futuro.

Gli italiani sono stati definiti da Eurispes come un popolo pet-friendly.

Già da questi primi dati si deduce quale sia l’importanza riconosciuta agli animali, in particolare a gatti e cani.

Continuando la lettura del Rapporto Assalco – Zoomark del 2020 è possibile renderci conto di come negli ultimi anni sia aumentato e sia tutt’ora in crescita il business che ruota attorno al settore pet.

Aumenta la spesa che ogni pet owner (così viene denominato il proprietario di un animale domestico) fa per migliorare la vita del proprio pet: non solo per l’alimentazione e accessori ma anche per il pet sitting.

Numerose infatti sono le richieste che arrivano per servizi di cat sitting, dog sitting e ultimamente anche per i nac, i nuovi animali da compagnia, soprattutto nel periodo estivo e a ridosso delle festività natalizie e pasquali.

Non solo.

Cresce la domanda di servizi veterinari di alta qualità: negli ultimi anni si sono diffuse su tutto il territorio nazionale cliniche veterinarie aperte 24 ore.

Cresce la consapevolezza del ruolo che i pet ricoprono all’interno del nucleo famigliare e la necessità di regole che vadano a migliorare la convivenza uomo-animale.

Sempre più si avverte l’esigenza di professionisti che creino una rete integrata di servizi per ogni momento della vita, dall’adozione al fine vita.

Basta pensare al diffondersi di strutture deputate alla cremazione e sepoltura degli animali domestici.

Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di leggere sui quotidiani articoli dedicati al benessere animale e alla convivenza uomo-animale.

Non solo.

Facendo ricerche più approfondite possiamo sentir parlare di “Vet Economy”, “Pet Economy”, “Pet Industry”.

Ed è in questo scenario innovativo e proficuo che si inserisce la figura del Pet Sitter Professionale.

QUANTI PET SITTER CI SONO IN ITALIA?

Il numero di pet sitter in Italia è sconosciuto.

Attualmente tale attività viene per lo più eseguita da pet sitter improvvisati, come studenti, amici, parenti o persone che non hanno alcuna preparazione nozionistica e si basano per lo più sulla propria esperienza personale.

La crescente necessità di servizi per la cura degli animali domestici ha spinto negli ultimi anni molte aziende ad investire nel settore pet.

Si sono diffusi così i marketplace, piattaforme online che raccolgono in un unico luogo professionisti del settore. Non sempre però è garantita la professionalità, l’unico requisito che viene richiesto è l’amore per gli animali.

Ma se torniamo a quello che abbiamo detto all’inizio e cioè che essere Pet Sitter non è solo pulire lettiere e dog walking, si capisce quanto sia importante formare persone capaci di occuparsi dei nostri amici animali quando noi non ci siamo.

Persone che accudiscano l’animale nella sua abitazione ma anche in strutture esterne, come le pensioni (sempre più richieste dalle famiglie italiane).

Persone che collaborino attivamente con altre figure professionali affinché venga garantito il benessere dell’animale quando il proprietario è assente.

ESISTE UNA REGOLAMENTAZIONE?

Attualmente in Italia non esiste una regolamentazione univoca sulle figure professionali non veterinarie, ci basta pensare alle migliaia di scuole per educatori cinofili o per toelettatori, ognuna con un proprio ideale di benessere e una propria modalità di azione e di insegnamento.

Idee fumose, poi si trovano relegate all’interno dei cassetti delle scrivanie di qualche funzionario dello stato.

Troppo pochi sono i servizi non veterinari qualificati che aiutino le persone nella convivenza con gli animali.

A fronte di tutte queste premesse si evidenzia l’importanza di svolgere professionalmente tale attività.

Si evitano così il lavoro sommerso, si eleva la qualità dei servizi erogati e si garantisce al cliente sicurezza e professionalità.

La professionalità è supportata da una formazione continua a cui un vero professionista è obbligato.

Viviamo infatti in una società in continua trasformazione.

L’abbondanza di ricerche e la velocità con cui si evolve il business necessitano di continua formazione per evitare di restare indietro.

Noto, con orgoglio, un riscontro positivo in ognuno dei nostri clienti.

Essi appaiono compiaciuti della presenza di un apparato contrattuale che garantisce loro sicurezza e qualità del servizio erogato.

Ci si auspica che in futuro le istituzioni emanino norme che vadano a regolamentare le varie professioni non veterinarie non solo per salvaguardare i pet e i pet owner ma anche per evitare il lavoro sommerso e dare una formazione uniforme ai vari professionisti del settore.

QUAL È IL FUTURO DEL PET SITTING?

Fatte tutte queste belle valutazioni, qual è il futuro del pet sitting in Italia? Tu mi dirai.

Personalmente credo che diventare oggi Pet Sitter sia un’occasione professionale importante (i numeri sono tutti a nostro favore).

Non solo.

Si ha l’opportunità di trasformare la propria passione per gli animali in una attività professionale, cosa non da poco in questi giorni dominati dall’incertezza lavorativa.

Non solo.

Libertà, flessibilità e possibilità di crescita.

Come già accennato in precedenza quello del pet è un business in ascesa.

L’innovazione è sempre dietro l’angolo e solo i più coraggiosi sapranno coglierla.

Buone idee possono diventare grandi progetti, Patti J. Moran ce lo ha dimostrato ampiamente.

A presto,

Letizia

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